Oltre me. Necessità interiore.
In un periodo di inquietudine e di forte cambiamento personale sento la necessità di andare oltre gli schemi tradizionali e il modo di vedere la fotografia. Il mio occhio, saturo di immagini troppo appariscenti, è alla ricerca di sensazioni più intime. Decido di usare le Polaroid per lasciarmi andare agli eventi aleatori e imprevedibili intrinsechi di questo mezzo e usare il metodo del transfer per mischiare l’imprevisto con una parte di controllo personale. Durante questo percorso, in un certo senso terapeutico, le riflessioni mi portano a pensare ad una fotografia viva, che si ribella ai suoi schemi tradizionali e ai suoi limiti fisici, ad una geometria obbligata, e dove anche il limite della bi-dimensionalità’ viene in qualche modo superato. Questo sono io che tento, non senza rischi, di andare oltre me e come la gelatina delle immagini mi dimeno e mi contorco per liberarmi dalle catene che mi intrappolano.